Scelsi nel mondo

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Le radici del secondo novecento musicale in Italia
18 febbraio 2018

Milano, Museo del Novecento - Sala Arte Povera 

nell'ambito di Rondò 2018 - Divertimento Ensemble

 

Programma:

Giacinto Scelsi

Pwyll per flauto (1954)
Preghiera per un’ombra per clarinetto (1954)
Kho Lho per flauto e clarinetto (1966)
Mantram per contrabbasso (1987)
Dharana per violoncello e contrabbasso (1975)

 

Lorenzo Missaglia flauto, Maurizio Longoni clarinetto, Martina Rudic violoncello, Emiliano Amadori contrabbasso

La musica non può esistere senza il suono. Il suono esiste di per sé senza la musica. È il suono ciò che conta.” Questa categorica affermazione di Giacinto Scelsi che compare sulla home page della Fondazione intitolata a suo nome esplicita meglio di ogni discorso la sua poetica. Allievo di un allievo di Schönberg, Walter Klein, Scelsi abbandona presto la tecnica dodecafonica a cui si era avvicinato, per dedicarsi a una ricerca ascetica e solitaria sul suono. Negli anni ‘70, poco eseguito e poco conosciuto in Italia, dove abitava, ha suscitato la curiosità e l’ammirazione di alcuni giovani compositori francesi, soprattutto Tristan Murail, Gérard Grisey e Michaël Levinas, influenzando la loro ricerca sul suono (lo spettralismo). Oggi, a trent’anni dalla sua morte, e dopo un periodo ormai lungo in cui l’attenzione della grande maggioranza dei compositori si è concentrata sul suono, sul timbro, anche attraverso la musica elettronica, la poetica di Scelsi non è più messa in discussione

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